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La prima accoglienza

La bambina delle barchette di carta, pagine di diario

Kemay è il nome della prima bambina accolta, un nome, e un’accoglienza, che lascia il segno: “COME ME STESSO” E' IL SUO SIGNIFICATO.

Giovedì 3 settembre – 18.10
Oggi in un rifugio per profughi maschi ho incontrato una bambina. Ha forse 5 anni, due grandi occhi marroni e una nuvola di capelli al vento. Le ho sorriso. Anche lei ha sorriso. Che faccio ora? Ho preso della carta e le ho formato una barchetta, un’altra e un’altra ancora. Barchette viaggianti tra le dita, tante! Ho provato a fare un cane e un gatto, ma lei vuole solo barche. Forse perché è arrivata con una barca!? Devo andare. Il tempo mi sembra volato. La saluto, ma non la lascio: sento il bisogno di dire e di chiedere una preghiera per lei e i bambini delle barche, perché il loro viaggio trovi casa.

Venerdì 4 settembre – 22.30

La bambina delle barche di carta ha trovato casa: da questa notte dormirà con la “mamma” nella piccola Casa della Carità. L’hanno accompagnata lì le preghiere di molti e il darsi da fare di tanti … La sua storia è ancora tutta da scrivere, ma la “gratitudine” è la parola che chiude la giornata di oggi …

Venerdì 16 settembre – 23.00

Il viaggio della bambina delle barche di carta sta continuando … lontano da Brescia … In cerca di altri approdi, speriamo sicuri. Il suo viaggio non è il mio, ma i suoi occhi sono dentro di me. Affidiamo e confidiamo.
Il suo nome è KEMAY e significa “come me stesso”.


Da questo incontro nasce la Cooperativa Kemay e qualche anno dopo cresce anche la voglia di raccontare la storia della bambina delle barchette di carta in un modo nuovo e inedito.
La Bambina delle Barchette di Carta (edizioni Fatatrac, 2020)

La Bambina delle Barchette di Carta
(edizioni Fatatrac, 2020) è un libro formato carte in tavola che narra l'incontro tra una bambina di nome Kemay e una donna di nome Stella, un incontro che vive di fantasia ed è un invito a credere che un altro mondo è possibile.
Con la filastrocca e le istruzioni di “segui la piega, distendi la vela”, contenute all’interno, le barchette divengono a portata di foglio e di mani adulte e bambine.


Leggi l’articolo dell’Osservatore Romano
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