In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, fissata il 20 giugno e voluta dalle Nazioni Unite per riconoscere la forza, il coraggio e la perseveranza di milioni di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, riprendiamo il comunicato di Caritas Italiana.
Il numero delle persone in fuga da conflitti e persecuzioni in tutto il mondo ha raggiunto livelli record: 120 milioni di uomini, donne, bambini, costretti a lasciare la propria terra per avere salva la vita. Ma proprio in questi giorni decine di persone la vita l’hanno persa nel mare Mediterraneo. Eppure dinanzi a una crisi mondiale senza precedenti esistono anche iniziative e progetti incoraggianti, capaci di mostrare come l’accoglienza e l’inclusione di rifugiati possano essere vantaggiose per tutti, quando efficaci e sostenibili.
Caritas italiana, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno, fa riferimento a una serie di eventi e progetti.
Mercoledì 19 giugno Caritas ha partecipato alla conferenza promossa dall’UNHCR (Agenzia ONU per i rifugiati), che coinvolge persone rifugiate, pubbliche istituzioni ed enti privati, presso l’aula magna “Mario Arcelli” del Campus LUISS di Roma. In apertura il discorso del card. Matteo Zuppi, presidente della CEI. All’interno dell’evento il premio “Welcome. Working for refugee integration” che UNHCR conferisce annualmente alle imprese italiane che si sono distinte per aver favorito l’inserimento lavorativo dei beneficiari di protezione internazionale.
Fra le persone premiate un giovane afghano, Farzad arrivato in Italia con la moglie Fareshta, che ha iniziato a lavorare in uno studio dentistico come assistente di poltrona grazie al progetto dei Corridoi lavorativi.
“Accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Sono le parole che ci ha consegnato papa Francesco per orientare il nostro impegno verso migranti e rifugiati”, ricorda don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana. “In questo momento esprimiamo tutto il nostro dolore per le persone che hanno perso la vita nei nostri mari, seguendo il sogno di un futuro migliore. D’altra parte proprio i corridoi umanitari e lavorativi dimostrano che si possono realizzare vie sicure per chi è costretto a lasciare la sua terra. E che è doveroso accoglierci gli uni gli altri in una prospettiva di corresponsabilità. Il progetto dei Corridoi ci rende tutti maggiormente protagonisti: le persone rifugiate, le comunità che accolgono e le istituzioni che li rendono possibili”.
Oggi pomeriggio, giovedì 20 giugno, proprio nella Giornata mondiale del rifugiato, arriveranno con un volo proveniente da Islamabad 191 profughi afghani, nell’ambito del protocollo dei Corridoi umanitari, cui partecipano la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese, ARCI, d’intesa con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. I cittadini afghani, rifugiati in Pakistan dall’agosto 2021, verranno subito trasferiti in diverse regioni e avviati verso l’integrazione, a partire dall’apprendimento della lingua e dall’inserimento lavorativo, grazie a questo progetto totalmente a carico degli organismi proponenti, sostenuto da alcune ONG, tra cui Solidaire, che ha contribuito all’organizzazione del volo dal Pakistan, Nove Onlus e Fondazione Pangea, che per mesi hanno messo in sicurezza una parte dei nuclei familiari nelle loro safe house.